“Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?” A partire da questo pensiero giovanile di Kafka, Mauro Covacich insegue lo scrittore praghese in un corpo a corpo tra vita e letteratura. Con una prosa esatta e vibrante, il pluripremiato scrittore triestino affronta il suo grande amore letterario, una lunga passione cresciuta fin dall’adolescenza, inseguendolo nel vento dell’est e rincorrendo le inquietudini della mente di un genio che non avrebbe voluto essere letto, e che qui rivive “la certezza di non essere una chimera”.