Cammino del Beato Enrico da Bolzano
STORIA
La storia del
beato Enrico o Arrigo o Heinrich è stata rivisitata e riproposta alle comunità cristiane e civili in occasione delle celebrazioni organizzate nel 2015 dalle diocesi di Treviso e di Bolzano per il settimo centenario della morte del rispettivo patrono, il
Beato Enrico da Bolzano, le cui spoglie sono venerate da sette secoli nella cattedrale di Treviso.
Un santo apparentemente minore, un pellegrino, prima boscaiolo e poi pellegrino urbano, uomo della penitenza e della carità, la cui memoria si è conservata per secoli tra le genti del nord alpino e del Veneto, dove è venerato come
patrono dei vignaiuoli e dei boscaioli.
Arrivò verso la fine del XIII secolo a Treviso, dove morì in fama di santità nel 1315.
Alla sua morte le campane della città di Treviso suonarono all’unisono spontaneamente ed enorme fu l’afflusso di persone alla sua tomba. L’evento ebbe risonanza ben fuori dei confini della città, tanto che venne
citato dal Boccaccio nelle sue opere. I numerosissimi miracoli avvenuti post mortem, tra cui alcuni a persone della Valsugana, vennero diligentemente registrati dai notai di Treviso in testi ancor oggi conservati nella biblioteca capitolare.
IL PERCORSO
Il tracciato di
250 chilometri in 10 tappe collega Bolzano a Treviso, via Trento, Borgo Valsugana, Bassano, Castelfranco, con un prolungamento, lungo la via Claudia Augusta verso Altino-Torcello-Venezia, grande snodo delle vie di pellegrinaggio medievali.
Un itinerario lungo gli assi dei
grandi fiumi Adige, Brenta e Sile che, al fascino dei paesaggi montani, collinari, lacustri, fluviali e lagunari unisce quello della storia e della bellezza dei borghi e città attraversate, di chiese, castelli, conventi e antichi ospitali posti lungo il cammino.
Guarda la cartina del percorso completo
MOTIVI PER PERCORRERLO
- La mutevolezza del paesaggio è una delle cifre di questo cammino: Il pellegrino inizia il suo cammino a Bolzano, coronata dalle Alpi, per arrivare ad Altino immerso nel paesaggio lagunare, attraversando la val d’Adige, la valle del Brenta, le colline della pedemontana veneta, il parco naturale delle sorgenti del Sile, la pista ciclopedonale dell’Ostiglia.
- Il tracciato è in parte sterrato ed in parte ricalca piste ciclabili o modeste stradine di campagna e si integra nella rete dei grandi cammini: ad Altino con la via Romea “strata” e a Castelfranco con il Cammino di Antonio.
- Il tempo necessario per percorrerlo è di circa 10 giorni.
- L'interconnesione con le linee ferroviarie Brennero Verona e Trento Venezia è un valore aggiunto del cammino: è possibile infatti, dato che il tracciato è quasi per intero parallelo alle linee ferroviarie, raggiungere facilmente in treno sia Bolzano o Treviso, che le tappe intermedie come Trento o Levico o Borgo Valsugana, Bassano o Castelfranco veneto.
- Un'esperienza ricca di storia che fa respirare atmosfere diverse attraverso le terre sudtirolesi, trentine e venete: si parte dall'Heinrichof il maso di Enrico in Bolzano, passando per Trento e arrivando a Treviso lungo i vigneti del sud Tirolo, proseguendo immersi nel verde del Lagorai attraverso la Valsugana, prima destinazione in Italia ad ottenere la certificazione per il turismo sostenibile, visitando Bassano con il suo ponte, Castelfranco con le sue mura e la pala del Giorgione, arrivando poi in cattedrale a Treviso, attraversandone lo splendido centro storico per poi proseguire lungo le rive del Sile fino alla laguna, ad Altino e Torcello.
VALSUGANA: terra di miracoli del Beato Enrico da Bolzano
Tratto Pergine-Levico- Borgo Valsugana-Primolano-Bassano
I numeri tra parentesi tonde ( ) si riferiscono al numero del miracolo del
Codice della Biblioteca Nazionale di Parigi 10145 (completo); tra parentesi quadre [ ] al
manoscritto della Biblioteca Capitolare di Treviso (mancante di alcune pagine e dei primi 83 miracoli).
(422) [339] – “
Enrico de Abrunchecet episcopatus Brixiensis (diocesi di Bressanone) dalla festività di Pasqua soffriva agli occhi tanto da non vederci quasi più. Mentre si stava allontanando dalla sua casa per andare a visitare il beato Enrico credendo e sperando di ottenere la grazia della luce per i meriti del santo, incontrò lungo la strada una donna tra i paesi di Levico e Castel Ruano nell’episcopato di Feltre. La donna portava con sé in una fiala un po’ di sangue del beato Enrico, con il quale toccò gli occhi di Enrico. Subito egli riottenne la vista è guarì completamente tanto che poteva inserire il filo nella cruna di un ago, mentre prima non poteva distinguere un uomo da una donna. Testimoni Corradino da Chiusa e Nicolò del fu Luterio da Trento”.
54 – Almengarda della Valsugana
et moratur cum Martino de Burgo Aloco.(408) [325] – “Bella Aldis figlia di Tommasino de borgo Ausugi della Valsugana contratta dalla nascita alle anche, le ossa sporgevano all’esterno, zoppicava fortemente. Le ossa sono guarite, con dolore al momento della guarigione, e cammina in modo eretto”.
(409) [326] – “Caterina sorella della predetta Bellardose (Bella Aldis), figlie dei medesimi padre e madre, contratta dalla nascita come la sorella, zoppicava in modo vistoso. È stata sanata. Testimone la loro madre Giacoma”.
(413) [330] – “Bona del
fu Marco de Ableno della Valsugana contratta all’anca sinistra da 9 mesi, l’osso sporgeva all’esterno e zoppicava fortemente. Ora è guarita, cammina in modo eretto. Al momento della guarigione ha sentito dolore. Testimoni Ognibene del fu Alberto e Guariento de Ablemo”.
(270) [187] – “Benvenuta,
figlia di Francesco de Porto Ymolano (Primolano) dell’episcopato di Feltre guttosa et retracta all’anca sinistra dall’infanzia, l’osso sporgeva all’esterno. Ora cammina in modo agevole. Testimone la zia Agnese”.
(24) – “Enrico da Bassano del Borgo di San Bartolomeo, caduto dal muro del comune, è migliorato”.
(365) [282] – “Bartolomeo del fu Giacomino fabbro da Bassano da mezzo anno aveva un’apostema alla coscia sinistra; quando l’ha fatta incidere, subito lo colpì una gutta fortissima dal lato sinistro tanto che non poteva camminare in alcun modo o muoversi senza l’aiuto delle stampelle. La ferita dell’apostema emetteva in modo continuo un liquido purulento. Sono guarite sia la ferita che la got gotta, cammina in modo eretto senza alcun aiuto delle stampelle. Al momento della guarigione (ha sentito dolore). Teste il notaio Borsanello da Borso che abita a Treviso”.
(392) [309] – “
Fontana figlia di Socacere da Bassano contratta dalla nascita all’anca sinistra, l’osso dell’anca sporgeva all’esterno, zoppicava in modo vistoso. L’osso dell’anca è guarito, cammina in modo eretto, Al momento della guarigione (ha sentito dolore)”.
IL PERCORSO IN VALSUGANA
LA COMPAGNIA DEL BEATO ENRICO E LA CREDENZIALE
La compagnia di Santiago del beato Enrico da Bolzano è una associazione laica di pellegrini, con sede a Castelfranco V.to (TV).
La Compagnia, nello spirito dei valori cristiani e della cultura dei cammini di pellegrinaggio promossa dalla Confraternita di san Jacopo, opera nel territorio, in sinergia con gli enti e le associazioni interessate, al fine di attivare anche a livello locale percorsi di pellegrinaggio storicamente plausibili, sostenibili e di interesse paesaggistico, in particolare il cammino del Beato Enrico da Bolzano. Per informazioni sulle attività della Compagnia e sul cammino del Beato Enrico consulta il sito,
www.compagniasantiagobeatoenrico.it oppure scrivi a
info@compagniasatiagobeatoenrico.it od ancora rivolgiti al centro accoglienza Beato Enrico in vicolo del Cristo 10/b Castelfranco Veneto il mercoledì ore 17.30/19.30.
La credenziale è un documento rilasciato a titolo gratuito che deve accompagnare sempre il pellegrino durante il suo viaggio.
Le credenziali del Cammino del Beato Enrico ( come le informazioni relative agli itinerari e alle modalità di viaggio) vengono rilasciate da un delegato della Compagnia di Santiago e del Beato Enrico
I pellegrini dovranno portare il modulo compilato scaricabile a questo link
www.compagniasantiagobeatoenrico.it/credenziali
SEGNALETICA
Da ripetute esplorazioni del tracciato si è potuto constatare, specie nel tratto della val d’Adige e del Canale del Brenta, un notevole florilegio di indicazioni più o meno ufficiali, spesso sovrapposte, talvolta in non ottimo stato di manutenzione e tali qualche volta da generare confusione.
Per alcuni tratti, invece i sentieri sono già ottimamente tracciati, come per esempio. il sentiero degli Ezzelini, per cui in tali casi nella guida si è semplicemente consigliato di seguire le relative indicazioni. Non si è ritenuto pertanto opportuno sovrapporre altre indicazioni a quelle già esistenti, specificando, nella parte descrittiva delle varie tappe, le eventuali frecce da seguire tra quelle esistenti. Solo per alcuni tratti, come parte delle tappe Bassano Castelfranco e Castelfranco Treviso, si sta provvedendo ad apporre qualche semplice indicazione, il cui logo sarà riportato nel sito web della compagnia di Santiago e del beato Enrico. Anche la traccia GPS sarà disponibile sullo stesso sito
www.compagniasantiagobeatoenrico.it