Forti (Grande Guerra)
La Grande Guerra in Valsugana e nel Lagorai
L’inizio delle ostilità, il 24 maggio del ’15, vide la lenta e quasi incontrastata penetrazione italiana lungo la
valle del Brenta e sui rilievi del massiccio di
Cima D’Asta-Rava-Tolvà. Con l’agosto 1915 le regie truppe si erano insediate a
Borgo Valsugana, in pacifica convivenza con la popolazione civile, e puntavano verso
Roncegno Terme e Novaledo. Alcune poco convinte azioni italiane in direzione del monte
Panarotta e della testata della
Val di Sella, dopo un’avanzata sui monti di Roncegno ed in
Val Calamento, caratterizzarono l’inverno ’15-’16, ma l’esordio dell’offensiva austriaca del maggio 1916 spense ogni velleità obbligando fanti ed alpini ad un affannoso ripiegamento sui rilievi ad oriente del torrente Maso e, sul fondovalle, sulla linea di Ospedaletto. Gli attacchi dell’estate-autunno del ’16 nel
Lagorai centrale, pur portando all’occupazione di monte Cauriol e di parte della Busa Alta e del Cardinal, non riuscirono a modificare la situazione di stallo determinatasi in seguito al consolidamento delle dominanti posizioni austriache.
Ne’ riuscì in questo intento la guerra di mine sviluppatasi all'estremità orientale del
Lagorai sulle cime del Colbricon. Il conflitto, ormai classica guerra di posizione, si trascinò stancamente nel 1917, con l’unica clamorosa eccezione dell’azione di Carzano (18 settembre 1917), fino al ripiegamento d’inizio novembre verso il
Monte Grappa in conseguenza della rotta di Caporetto. Da quel momento, Valsugana e Tesino divennero retrovia di riposo e riorganizzazione per le forze austriache impegnate tra il Grappa, la Valbrenta e gli Altipiani.