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Osservatorio Cima Manderiolo - Grotta di Costalta


Sul Monte Mandriolo, in Val di Sella a quota 2049 m, si trova l’omonimo osservatorio italiano in caverna, dotato di feritoie che si aprono sulla parete nord, che scende a precipizio sulla Valsugana. Da qui i soldati italiani avevano a tiro sia la zona sottostante di Levico e Caldonazzo, sia l’altipiano di Vezzena con i suoi forti. Il panorama sulla Valsugana è da questo luogo impareggiabile

Davanti all'ingresso della postazione in grotta è ancora oggi visibile una trincea parzialmente conservata.
Poco sotto Cima Manderiolo si trova invece la Grotta di Costalta (1748 m), caposaldo italiano fino al giungere della Strafexpedition, quando nella notte tra il 15 e il 16 maggio 1916 viene occupata da una compagnia del primo battaglione 181° brigata di fanteria austroungarica. La grotta in questione si addentra per circa 320 metri nel fianco della montagna ed è una tra le più grandi caverne del Trentino. Al suo interno vennero trovate resti di ossa di stambecco, una specie estinta da molto tempo sulle montagne del Trentino. È visitabile solo nel periodo estivo, da utenti esperti e solamente con guida, previa prenotazione.

Nei dintorni sono ancora evidenti i resti di trincee e postazioni da mitragliatrice spesso coperte dal terreno e dalla vegetazione. 

E’ da ricordare inoltre l’assalto del 24-25 agosto 1915 quando gli italiani, due brigate ed il 115° Reggimento di Fanteria attaccarono le postazioni avanzate austriache del Basson, per aggirare da nord l’occhio dell’altopiano. A memoria del campo di battaglia che costò la vita a 43 ufficiali e 1.048 uomini, è posto un cippo che ricorda i caduti della battaglia del Monte Basson. I caduti di questa battaglia vengono trasportati e sepolti nel Cimitero Militare Austriaco di Costalta, sorto nel maggio del 1915, dove trovano collocazione anche i corpi degli Schὔtzen Volontari dell’Alta Austria, caduti nei Forti Verle e Cima Vezzena (Spitz Levico), come testimoniato dallo scrittore e regista Luis Trenker. “Così passarono davanti a me carichi dopo carichi, miseri e muti. Era una processione orripilante. Orbite vuote fissavano dai crani spalmati di calce, capelli impiastricciati di sangue sfioravano il suolo, mani che penzolavano al passo del mulo..."
Il cimitero si trova a circa 1500 metri di quota, a lato della strada che collega il paese cimbro di Luserna con il Passo Vezzena, antico confine tra Regno d’Italia e Impero Austro-Ungarico

Smantellato nel 1921, con la riesumazione dei resti dei caduti sepolti e il loro trasporto nel grande ossario di Asiago, grazie a Conrad Rauch, reduce di guerra e con la collaborazione del Comune di Luserna, il 16 settembre 1962, nel corso di una solenne e partecipata adunata di ex combattenti e privati cittadini, fu eretta una croce in legno di larice, alta 3,70 metri. Sulla croce vennero scolpite le date di fondazione e dismissione del cimitero, 1915 e 1921.Secondo varie testimonianze la riesumazione del 1921 aveva interessato solo i crani dei caduti e secondo altre nemmeno tutti, tanto che si poteva dire con tranquillità che il cimitero militare esisteva ancora. Su iniziativa del Gruppo alpini di Luserna, della parrocchia, dell’amministrazione comunale e con il contributo di tanti volontari, il vecchio cimitero militare di Costalta venne ripristinato con la posa di 184 croci senza nome, a ricordo di tutti i caduti, e solennemente inaugurato il 10 agosto 1986.


Come raggiungerlo: da Borgo si prende per la Val di Sella, dopo l’hotel Paradiso girare in direzione ponte Val delle Taole, parcheggiare e proseguire a piedi con sentiero Sat 207 (3 h ca.).

Per approfondire: 
Luca Girotto, La lunga trincea 1915-18, Cronache della Grande Guerra dalla Valsugana alla Val di Fiemme – Cima di Vezzena – Panarotta – Catena Lagorai – Cima d’Asta – Cauriol, Gino Rossato Editore, Novale (VI),1995, pp. 71-72.
 Conrad Rauch, Storia del Cimitero Militare Austriaco di Costalta, Dokumentationszentrum Lusern, 1996.
 
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