Aeroporto del Cirè
Nella piana di Ciré, oggi zona fortemente industrializzata, durante la Prima Guerra Mondiale, su una superficie libera di 2.000 metri trovava sede un
aeroporto militare austroungarico.
I tecnici aeronautici austro-ungarici individuarono la zona del Cirè e per liberare il terreno furono rase al suolo le coltivazioni di gelso, utilizzato per l’industria serica fiorente in quel tempo. Per la costruzione dell’aeroporto nei dintorni di
Pergine furono assoldati giovani, i cosiddetti “militarizzati”. Sorse così quello che all’epoca poteva considerarsi un grande aeroporto, dotato di 6 hangar per il deposito degli aerei, officine meccaniche, alloggi, furerie e gabinetto fotografico, per un totale di 47 baracche attrezzate; la pista di atterraggio era lunga circa 2 km.
Qui erano impiegati 500 militari e ca. 40 aerei. Venne predisposto un dispositivo di difesa antiaerea e un allarme con sirena, per le incursioni notturne, oltre ad un potente riflettore sistemato a fondo pista, a ridosso di Casa Dalcolmo in parte demolita per costruire l’aeroporto.
Nel 1916 furono effettuate molte
missioni di guerra per localizzare e fotografare le postazioni nemiche e molte furono le vittorie aeree riportate dai piloti del Cirè. “Negli hangar dell’aereoporto militare austroungarico stazionavano 42 aerei da guerra, traballanti e fragili biplani dalle grandi croci nere, pronti a decollare per andare in ricognizione o a bombardare le linee italiane poco distanti, giù, verso l’altopiano delle Vezzene, Vicenza, Verona, Bassano del Grappa. Quasi pionieri, il volo dei Wright è del 1903. Tra loro, assi famosi. “ (L’Adige 14 agosto 2005).
Molti piloti furono abbattuti durante il conflitto e vennero sepolti con tutti gli onori nei due
cimiteri militari di Pergine: il primo trovava collocazione in località San Pietro dietro l’ospedale psichiatrico, mentre l’altro era situato sulla strada verso Serso, dove ora ha sede il Bocciodromo Comunale con il suo parco ribattezzato “della Pace” in memoria dei caduti ivi sepolti.
Molte incursioni italiane tentarono di distruggere l’aeroporto, senza successo, poiché a parte alcuni danni a delle baracche non riuscirono mai a renderlo impraticabile. Le strutture dell’aeroporto vennero date alle fiamme durante la ritirata nel 1918.
Nel 2005 una mostra diffusa in bar e alberghi della zona di Cirè e Pergine, riportò alla luce le fotografie storiche dell’aeroporto e dei famosi assi dell’aviazione che vi operarono. Riproduzioni curatissime di foto originali possedute dai perginesi Luciano Dellai (collezionista) e da Giovanni Girardi (suo padre ragazzino le ottenne dai piloti famosi del tempo). Come sostiene Luciano Dellai, «L’aeroporto di Cirè è stato tre volte sepolto. Dalla guerra persa in Trentino, dal Fascismo esaltante solo la sua storia e dal dopoguerra». Pergine ha seppellito ancora una quarta volta il Cirè con l’espansione industriale. Le altre realtà europee invece lavorano per riportare alla luce i fatti di quegli anni e il governo ungherese dedicherà un aeroporto al famoso pilota Josef Kiss, aviatore plurimedagliato del tempo, di stanza a Pergine.
Rimane a ricordo l’intitolazione del viale del Ciré ai “fligheri”, nome col quale venivano chiamati dai perginesi gli aviatori di allora. All'epoca, dove ora trova collocazione l’Oratorio di Pergine, si trovava un ulteriore piccolo aeroporto, con officina meccanica per la riparazione situata presso i magazzini Dallatorre; la sua pista si estendeva in direzione di Serso, verso il cimitero già menzionato.
Per approfondire:
Roberta Groff, Jole Piva, Luciano Dellai,
Pergine e la 1a guerra mondiale, Associazione Amici della storia, Pergine Valsugana (TN), 1985, pp. 319-321.
M.A. in L’Adige 14 agosto 2005