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Luis Trenker


Alois Franz Trenker, meglio noto come Luis nasce ad Ortisei il 4 ottobre 1892, figlio di un artigiano indoratore della Val Gardena (all'epoca St. Ulrich in Austria-Ungheria). 

Già durante le vacanze scolastiche lavora come guida alpina e maestro di sci. Dopo la maturità studia architettura all'Università di Vienna. Fin dall'inizio della Prima Guerra Mondiale combatte nelle file dell'imperial regio esercito dell'Austria-Ungheria come aspirante ufficiale di un reggimento di artiglieria pesante in Galizia e Polonia russa.
Allo scoppio della guerra con il Regno d'Italia viene trasferito sul fronte italiano, inizialmente come ufficiale presso Forte Verle in Trentino, ma in seguito ad una ferita nel 1916 passò alla compagnia Guide Alpine nelle Dolomiti. Al termine della guerra aveva raggiunto il grado di tenente. 

E’ autore di diversi testi letterari in cui descrive le sue esperienze di guerra, tra i quali Sperrfort Rocca Alta (Forte di sbarramento Rocca Alta) e Berge in Flammen (Montagne in fiamme) sono i più noti ed apprezzati. Nel dopo guerra riprende gli studi di architettura che conclude a Graz nel 1924, dopodiché lavora a Bolzano come architetto. 
Nel 1921 Trenker viene ingaggiato come guida alpina per il film di Arnold Fanck "Berg des Schicksals" (Il monte della sorte); il regista resosi conto che il protagonista non era capace di scalare, affida a Luis il ruolo di protagonista. 

Seguono in breve tempo altri film, inizialmente come attore e poi dal 1928 anche come regista. In questi ultimi Trenker è spesso protagonista, regista ed autore nella stessa persona. Nel 1927 rinuncia al suo studio di architettura e si dedica esclusivamente alla pellicola. Nel 1928 sposò Hilde Bleichert con la quale ebbe quattro figli.
Il regime fascista in Italia e quello nazionalsocialista in Germania cercarono, riuscendoci solo in parte, di strumentalizzare le opere di Trenker. 

 Fonda insieme a Fritz Lang, l'organizzazione d'impresa nazionalsocialista, reparto regia. Trenker si rifiuta di sottomettersi artisticamente al Nazismo e quindi gli viene di fatto proibito l'esercizio della professione. Nel 1940 lascia Berlino e va a Roma, sperando di incontrare condizioni migliori grazie all'appoggio di Mussolini, ma dopo due film documentari, ritorna a Bolzano. 

Dopo il secondo conflitto mondiale, segue un periodo di emarginazione, ma negli anni cinquanta ritorna il successo. Gira inizialmente film documentari che riguardano la montagna e nel 1955 si dedica nuovamente a film per il cinema. Nel 1959 la TV bavarese realizza la trasmissione "Luis Trenker racconta", dove egli narra estratti della propria vita. 
Dal 1965 gira film documentari sulla sua terra, il Sud Tirolo, mentre negli anni settanta realizza una propria trasmissione per la televisione pubblica, "Montagne e storie". 
Nel 1990 Luis Trenker muore a Bolzano, all'età di 97 anni. La tomba della famiglia Trenker, si trova a Ortisei. 

 
Per approfondire: 
Alberto Barbera, Pietro Crivellaro e Giovanni Spagnoletti (a cura di), Il cinema di Luis Trenker, Arti grafiche Giacone, Torino, 1982.
Piero Zanotto, Luis Trenker, Lo schermo verticale, Manfrini, Calliano (TN), 1982.
Aldo Audisio e Stefan Koenig, Il mito della montagna in celluloide: Luis Trenker, Torino Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi, Club alpino italiano. Sezione di Torino, 2000.
 
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