Cenon - Croz di Primalunetta
All'inizio del conflitto questa zona a sud del
Lagorai non rientrava tra le posizioni prescelte dalle forze austroungariche per opporsi agli italiani. Tutto il
massiccio di Cima d’Asta, con i sottogruppi di
Tolvà e di Rava (del quale
Cenon e Primalunetta fanno parte) era in posizione troppo avanzata per poter essere difeso dalle scarse truppe di cui l’esercito degli Asburgo all'epoca disponeva sul fronte italiano.
Nell’estate del 1915 queste montagne erano meta di pattugliamenti da parte di entrambi gli eserciti, senza che alcuno vi si insediasse stabilmente. Nell’ambito dell’occupazione italiana delle cime di Rava, intorno alla metà di agosto, anche questa posizione venne occupata dai fanti della brigata Venezia ed entrò a far parte dello schieramento avanzato delle règie truppe. Ma già tra settembre ed ottobre di quell’anno la linea italiana avanzò ad est del torrente Maso e la montagna passò in retrovia, presidiata da pochi osservatori d’artiglieria.
Con il progredire, nel maggio del 1916, dell’offensiva austriaca degli altipiani, anche in
Valsugana si verificò un consistente ripiegamento delle forze italiane ed i reparti dislocati in
Val Calamento si ritirarono ad est del torrente Maso. Il 24 maggio 1916 Cima Primalunetta venne occupata da una compagnia del battaglione alpini Intra ripiegata dalla Val di Fregio, che però il giorno 25, a causa di un malinteso, l’abbandonò senza attendere il cambio da altro reparto. Quella stessa sera pattuglie austriache salirono a
Monte Cenon e raggiunsero poi il
Croz di Primalunetta senza incontrare resistenza e vi si insediarono.
Da quel momento il massiccio divenne una vera spina nel fianco per le posizioni italiane del Tombolin di Caldenave, di Forcella Ravetta e del monte Cima che risultavano pienamente visibili e perciò esposte al tiro di mitragliatrici e cannoncini austriaci. La guarnigione austriaca -truppe del 164 battaglione Landsturm, Standschützen di Merano e Vipiteno e Kaiserjäger della 3ª Streifkompanie- occupava la vetta solamente con le truppe di prima linea, mentre le riserve erano ammassate nel cosiddetto “villaggio austriaco” posto nell’avvallamento settentrionale sopra all’Aia Patissi e defilato alla vista italiana.
Per rioccupare la posizione, gli alpini del battaglione Monrosa attaccarono da
malga Primaluna il 10 giugno 1916 ma senza successo e con alcuni morti. Stesso esito ebbe l’attacco notturno del battaglione alpini
Monte Pavione a sei giorni di distanza. La
riconquista della montagna avvenne il 3 luglio, grazie ad un attacco svolto dal plotone esploratori del battaglione Monrosa che risalì la rocciosa cresta sud-orientale nel tardo pomeriggio, mentre le mitragliatrici del Tombolin obbligavano l’avversario a non esporsi sui parapetti delle trincee. Al prezzo di un paio di caduti, tra i quali il comandante del reparto (ten. Magalini), gli italiani catturarono 75 prigionieri, due mitragliatrici, un riflettore ed una settantina di fucili.
Da quel giorno la
cresta di Cenon-Primalunetta divenne un caposaldo fortificato della
linea italiana avanzata, con trinceramenti e sbarramenti di reticolati a 360°, in grado di resistere per giorni anche se completamente circondato. Ma, salvo azioni di disturbo da parte di pattuglie e occasionali tiri d’artiglieria, non venne mai attaccata. Nella conca sommitale sorse un vero e proprio villaggio di baracche in legno, di ricoveri blindati con sacchi di sabbia e pietrame, di rifugi in caverna.
La posizione era dotata di due cannoni a tiro rapido da 42 mm, di quattro mitragliatrici pesanti Fiat 1914, di una sezione bombarde da 58 mm (su due armi), di una sezione lanciaspezzoni Bettica e di circa 250 fucilieri. Nei primi giorni di novembre del 1917, nel contesto della ritirata generale dalle vette di Rava per il
ripiegamento al Grappa dopo Caporetto, anche
Cima Primalunetta e Monte Cenon furono evacuati senza combattere. Divennero così meta solamente dei soldati austriaci addetti al recupero dei materiali e dei rifornimenti che gli italiani avevano abbandonato in grande quantità.
Come raggiungerlo: Dal parcheggio in loc. Cappella degli Alpini presso Telve si precorre la strada asfaltata in direzione Malga Cenon di Sotto, poi strada forestale che sale a Malga Cenon di Sopra, poi fino a Malga Valdeprà. Alla casara della Malga, in corrispondenza del cancello d'entrata si prende il sentiero privo di segnaletica che sale a sinistra fino al piccolo prato dell'Aia Patissi. Si giunge così a Cima Cenon e si percorre il crinale di vetta fino ad un'ampia forcella che collega a Croz Primalunetta.
Per approfondire:
Luca Girotto,
La lunga trincea 1915-18, Cronache della Grande Guerra dalla Valsugana alla Val di Fiemme – Cima di Vezzena – Panarotta – Catena Lagorai – Cima d’Asta – Cauriol, Gino Rossato Editore, Novale (VI),1995, pp. 292-295, 308-318, 327-332, 347-359.