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Cimitero di Guerra di Malga Sorgazza


Le truppe italiane occuparono la conca di Malga Sorgazza, nell'alta valle del Grigno, subito dopo l’inizio del conflitto. Quel territorio, ricadente nel settore Brenta-Cismon, si rivelò adatto ad ospitare una base logistica per le operazioni offensive verso la Catena del Lagorai, presidiata dagli austro-ungheresi. Veniva a trovarsi infatti a ridosso della posizione strategica di Forcella Magna che man mano venne trasformata in caposaldo fortificato munito di artiglierie e nel contempo serviva da osservatorio e punto di partenza per le incursioni verso Passo Cinque Croci e la “regione dei Colli”. 

Nella piana di Sorgazza venne eretto un villaggio di baracche per alloggiarvi truppe, servizi, dotazioni e depositi di materiali. Nella primavera del 1916, gli alpini della 263° compagnia del Battaglione Val Brenta decisero di costruirvi anche un cimitero per i propri caduti  e le prime sepolture riguardarono le salme di 11 alpini vittime di una valanga caduta il 9 marzo all'altezza di Malga Cima d'Asta. Al momento dell’abbandono forzato delle postazioni, nel novembre 1917, il cimitero ospitava poco meno di quaranta caduti.

Era caratterizzato da semplici ma eleganti elementi in granito, con un obelisco-monumento centrale -riportante la dedica: “6° reggimento  alpini / battaglione Val Brenta/ 263^ compagnia / in memoria”- e anteriormente tre file parallele di tredici tombe ciascuna con in capo dei cippi semicircolari. Su questi, le generalità dei caduti furono riportate a vernice con la conseguenza di venir cancellate ben presto dall’azione degli agenti atmosferici. Però queste si son potute recentemente ricostruire grazie a delle fotografie d’epoca portate alla luce da Giuseppe Ielen (vedi bibliografia).
Le salme, esumate nel 1925 e trasportate inizialmente al cimitero militare di Pieve Tesino, vennero successivamente traslate in quello di Borgo Valsugana. Nell’estate del 1931 furono collocate nel Sacrario militare italiano sito nel comprensorio del Cimitero Civico di Trento.

Nel corso del 2011 il cimitero di guerra del Val Brenta è stato riportato alla sua struttura originaria dal Servizio dei Beni Monumentali della Provincia Autonoma di Trento. I nomi dei soldati caduti dei quali si è potuto verificare l’identità, sono stati incisi su un masso in granito posto anteriormente all'obelisco e su un tabellone metallico all'esterno del perimetro sono ricordate le località d origine, i reparti di appartenenza e le vicende legate alla loro scomparsa.

Tra i nomi anche quello di uno dei personaggi di cui narra lo scrittore e giornalista Paolo Monelli nel suo capolavoro “Le scarpe al sole”: si tratta dell’alpino esploratore del battaglione Feltre Luigi Barel, caduto a Col San Giovanni nell'estate del 1916. 
La cerimonia d'inaugurazione del sito restaurato ha avuto luogo il 2 settembre 2012.


Come raggiungerlo:
Da Pieve Tesino si imbocca la strada che percorre la Val Malene fino a giungere a Malga Sorgazza (1450 m) dove si parcheggia. Si prosegue brevemente a piedi sul sentiero 327 che costeggia il lago artificiale e che porta al rifugio O. Brentari.

Per approfondire:
Ielen Giuseppe, Il plotone di malga Sorgazza – Un po’ di storia ed alcune storie da un ex cimitero della grande guerra, Tipografia Litodelta, Scurelle (TN) 2009;
Girotto Luca e Gioppi Franco, Itinerari dela Grande Guerra in Valsugana Orientale e Tesino, Tipografia Litodelta, Scurelle (TN) 2007;
Girotto Luca, La lunga trincea 1915-1918 Cronache della grande guerra dalla Vasugana alla Val di Fiemme, Edizioni Gino Rossato, Navale-Valdagno (VI) 1999.
 
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