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Il Biagio delle Castellare – Carnevale Storico Tesino

Non sempre il Carnevale si conclude il martedì grasso:
proprio nei giorni che decretano l’inizio dei rigori quaresimali, la comunità del Tesino festeggia la liberazione dalla tirannia del Biagio delle Castellare.

“Il Biagio delle Castellare esprime con chiarezza esemplare alcuni dei valori originari più significativi del carnevale europeo”
(Giovanni Kezich, direttore del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina di San Michele All'Adige)


La storia del Biagio delle Castellare

La manifestazione trae origine da un evento storico realmente accaduto nel 1365, quando si registrò la sconfitta, ad opera delle truppe di Francesco da Carrara, del Signore Biagio delle Castellare, crudele vessatore di Valsugana e Tesino.

Egli era all’epoca un condottiero, inviato da Francesco da Carrara a difendere la Valsugana dalle incursioni degli alleati di Carlo IV di Lussemburgo e cercò di organizzare in fretta e furia un esercito con le risorse disponibili in loco, ma il Tesino si rifiutò di inviare i propri uomini, cavalli e vettovaglie.
Nel 1356 Biagio fu sconfitto da Siccone da Caldonazzo, il quale, forte di alcune vittorie in quel di Pergine, mirava ad appropriarsi della Valsugana.

Deluso per l’insuccesso bellico e arrabbiato per il mancato aiuto da parte delle comunità locali, Biagio si ritirò nei castelli di Ivano e Grigno (il secondo detto anche delle Castellare) e per i 9 anni successivi vessò gli abitanti della valle, saccheggiando e bruciando il Tesino.

Nel 1365, quando Rodolfo d’Austria dichiarò guerra al Francesco da Carrara, il condottiero Biagio voltò gabbana al proprio protettore e si alleò con i nemici Austriaci. Fu in seguito a questo tradimento militare, che le truppe dei Carraresi mossero alla volta della Valsugana per punire l’infedele capitano.
La tradizione vuole che, avendo saputo dell’assedio in corso al maniero delle “Castellare”, i Tesini, armati di forche e bastoni, raggiungessero Grigno per appoggiare l’esercito Carrarese. La fortezza fu espugnata rapidamente ma, nel frattempo, Biagio era fuggito nel vicino castello di Antonio d’Ivano.

Dopo alcuni giorni di dura battaglia, anche i difensori di Castel Ivano capitolarono e il Conte Biagio, Antonio d’Ivano e le proprie famiglie, che vi si erano asserragliati all'interno, vennero catturati.

Nonostante le insistenti richieste da parte dei Tesini di poterlo giustiziare, Francesco da Carrara preferì tenerlo come ostaggio da sfruttare a scopo politico. Non potendo far di meglio gli abitanti del Tesino ne impiccarono l’effigie, ma stabilirono di celebrare periodicamente un processo per ricordarne i misfatti ripetendo poi l’impiccagione sulla pubblica piazza.
Questo anche per tramandare ai posteri la fierezza della gente tesina che neanche nei momenti più difficili si è mai piegata al tiranno.

Il Biagio è una delle più intense manifestazioni che da secoli si celebrano l’ultimo giorno di Carnevale e il Mercoledì delle Ceneri.


Questa rappresentazione popolare rappresenta un unicum non solo in Trentino, ma costituisce uno dei più antichi e tipici carnevali del panorama storico italiano; solo in pochissime località dell’arco alpino, infatti, si è riusciti a tramandare, senza soluzione di continuità, una tradizione che è resistita nei secoli anche ai severi tentativi di soppressione dovuti a ragioni religiose o a divieti. Il Biagio venne impiccato anche quando i Tesini dovettero andare profughi in diverse località della penisola durante la Prima Guerra Mondiale.

(testi tratti da uno scritto di Mario Pernechele e Narcisa Lucca e dalla pubblicazione Lagorai Magazine)

Curiosità: Sapevate che...

il premio Nobel per la letteratura e maestro del teatro italiano Dario Fo, nel suo libro "Manuale minimo dell'attore", come esempio di rappresentazione popolare trentina ha citato il Biagio delle Castellare? :-)

 
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