Chiesa di Sant'Ermete
La chiesa più antica della Valsugana, sorge nel centro storico di Calceranica al Lago su un rialzo roccioso dove è stata rinvenuta un’ara dedicata alla dea Diana.
E’ un edificio romanico gotico che presenta a mezzogiorno un bel portale in pietra rossa e sul suo architrave reca lo stemma dei Conti Trapp e la scritta in latino: “L’anno 1512 fu restaurata questa chiesa dai nobili Trapp, Signori di Beseno e Caldonazzo. Fabiano Rillas, capitano di Caldonazzo, comandò di annotare”.
La chiesa presenta all’esterno la facciata a sera aperta e sostenuta dall’arco in pietra rossa per formare così l’abside e il presbiterio, nel quale è stato collocato, dopo il Concilio di Trento, l’altare in legno con pala ad olio di ignoto. Questa raffigura in alto la Madonna col Bambino e S. Anna, in basso al centro S. Giuseppe e S. Gioacchino, cioè i familiari della Madonna. Ai lati figurano S. Ermete e S. Agostino. S.Ermete è in veste senatoriale romana e tiene in una mano il bastone di comando e nell’altra la palma del martirio. Sulle pareti, ai lati dell’arco trionfale, si notano due affreschi, tornati alla luce nel 1883 e recentemente restaurati, scoperti per caso durante i lavori per la riparazione del soffitto. Quella a sinistra rappresenta la S.S. Trinità con S. Nicola ed un altro santo vescovo con l’iscrizione “Cristoforo della Bottega f.f. 1578), certo una persona importante di Calceranica che ordinò l’opera. L’altro affresco, a destra, offerto dal Conte Trapp, raffigura la Madonna del Rosario fra i Santi Rocco e Lorenzo, diacono e martire.
L’interno della chiesa era tutto coperto da dipinti, così l’atrio ed il soffitto a volta, ma nulla vi è rimasto. All’interno della chiesa si trova anche la famosa ara di Diana in calcare bianco ammonitico, citata dal Mariani nella sua “Storia del Concilio di Trento” (1673). Collocata per lungo tempo all’esterno della chiesa, essa di trova adesso all’interno della stessa, di fronte all’ingresso laterale.
Dove però la chiesa riesce ad esprimere il meglio di se stessa, ossia la sua essenza di raro esempio di antico edificio sacro da secoli, è nel suo aspetto esterno: poche linee architettoniche soavi ed armoniose, coperte da una patina di antichità che le conferisce una forza suggestiva grandissima.