Menzionata nel 1345 in occasione di un’assoluzione del reato di usura, dipendeva dalla Pieve di Calceranica e fu riedificata nel XVIII secolo. Si svolge con cinque cappelle per lato. Il primo altare di destra accoglie una grande statua lignea dell’Angelo Custode di Ortisei; quello seguente è marmoreo con pala del XVIII secolo (presso il pulpito un dipinto settecentesco). L’altare maggiore è di Cristoforo Benedetti di Castione (1732), mentre la pala, appesa sul lato sinistro del presbiterio, è firmata da Laurentius Florentinus (1631). Sulla parete opposto sono murati i monumenti funebri, binati, di Osvaldo Trapp e Maria Anna Thun (1641) con i rispettivi stemmi e di Sebastiano Carlo Trapp canonico. Gli stalli corali dell’abside sono del 1824. I due grandi frammenti della pietra tombale cristiana del VI secolo, rinvenuti nel 1872 sul colle di Brenta furono qui trasportati nel 1976. Il primo altare di sinistra è di marmo con tela ottocentesca. L’altare che segue, di marmo policromi con due stemmi Trapp sulle colonne, accoglie in grande cornice lignea a tralci di vite dorati la tela della Madonna del Divino Amore di Raffaello. I quadri della Via Crucis sono di Domenico Zeni di Bordolino (XVIII secolo). L’organo, custodito in una deliziosa cassa pacatamente di stile impero, è autorevole lavoro dei fratelli Serassi di Bergamo ed è l’unico che nel Trentino sia rimasto di quella illustre famiglia di organari. E’ patrimonio della chiesa una tela della Natività di Eugenio Prati (1898).