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Le 4 Salite da Mito della Valsugana


La Valsugana, situata tra il Trentino Alto-Adige e il Veneto, è una delle località più amate dagli appassionati di ciclismo e pedalando qui la vista sulle Dolomiti è davvero unica. Con i suoi paesaggi mozzafiato e le strade panoramiche che attraversano valli e montagne è la destinazione ideale per chi vuole trascorrere una vacanza all’insegna delle due ruote e del relax.

In questo articolo vi raccontiamo i principali itinerari ciclistici e le Salite da Mito della Valsugana, strade rese famose dalle imprese dei giganti dei ciclisti, come Pantani.

PASSO MANGHEN
La salita del Passo Manghen si trova a 2.047 metri di altitudine e si può definire una vera e propria impresa. 
Il passo collega la Valsugana con la Val di Fiemme attraverso il massiccio del Lagorai. La salita ha una lunghezza di circa 13 km e una pendenza media del 7,5%, ma con tratti che toccano il 15%. Questa salita è stata inserita numerose volte tra le tappe più dure del Giro d’Italia ed è stata teatro di alcune sfide tra i grandi campioni del ciclismo.

La costruzione della strada che si percorre in bici risale al 1958 e costeggia una vecchia mulattiera di montagna. A metà del percorso ci troviamo immersi nel cuore della Val Calamento, tra malghe e la vista di meravigliosi pascoli che ripagano l’enorme fatica. La strada continua fino a un falsopiano che anticipa l’ultimo durissimo tratto, una salita che non offre nessuna frescura, nessuna ombra, ma che, all’arrivo, regala un’immensa soddisfazione.

DETTAGLI DELLA SALITA
Partenza: Borgo Valsugana
Distanza: 23 chilometri
Dislivello: 1600 metri
Importante: Consigliamo di avere una buona preparazione per affrontare questa salita.




PANAROTTA
Tra i percorsi più amati c’è la salita verso la Panarotta, che parte da Pergine Valsugana. Una salita di 15,5 km di lunghezza, con una pendenza media del 7,5% questa strada è un severo banco di prova anche per i ciclisti più preparati che su queste pendenze iniziano una vera e propria lotta se stessi. Nel 2006 la tappa è stata gemellata con la salita Alpe d’Huez, una delle salite più dure del Tour de France.
La strada che conduce in cima alla Panarotta, offre una vista su tutta la Valsugana, rendendo la fatica fatta decisamente meno pesante. L’inizio è subito in salita, senza interruzioni. Una volta passati per Vignola Falesina i falsipiani si alternano a salite che raggiungono 8% di pendenza, fino ad arrivare alla località Campet, a 1.300 metri di quota.
Ma la Panarotta è anche un luogo carico di storia. Nel corso dei secoli questa montagna è stata teatro di importanti eventi storici, soprattutto durante la Grande Guerra. Era proprio su questa strada che correva il fronte di difesa dell’Impero Austro-Ungarico.
Oggi, la salita della Panarotta è una tappa irrinunciabile per chi vuole testare le proprie capacità in salita e per coloro che vogliono immergersi nella bellezza dei paesaggi montani della Valsugana.

DETTAGLI DELLA SALITA
Partenza: Località Assizzi – Pergine Valsugana
Distanza: 29,7 chilometri
Dislivello: 1517 metri
Importante: mantenere le energie per tutta la durata della salita.




MENADOR
Questa impegnativa ascesa parte da Caldonazzo e la salita si snoda per oltre 15 km, fino ad arrivare al Passo Vezzena.  
Da lontano sembra un mero taglio nella montagna, ma avvicinandosi si capisce che per questo squarcio passa una delle strade più belle e rappresentative della Valsugana e di tutto il Trentino.
La salita del Menador presenta una pendenza media del 7%, ma raggiunge punte del 10%, rendendola una delle più impegnative della zona. Nonostante le difficoltà la bellezza dei panorami che si possono ammirare lungo il percorso e la soddisfazione di raggiungere la cima rendono questa salita una meta ambita per molti ciclisti.
Storia di fatica ma anche di guerra riaffiorano da questa strada, anche chiamata Strada dei Kaiserjäger. Un collegamento diretto tra Caldonazzo, ai forti di Lavarone e di Vezzena, questa era una via strategica nella difesa della valle e della città di Trento durante la Prima Guerra Mondiale. 

Dal punto di vista sportivo il Menador è stato teatro di numerose competizioni ciclistiche, tra cui anche il Giro d’Italia. Come non ricordare l’edizione del 1968 che ha visto la vittoria del grande ciclista italiano Felice Gimondi.
La pedalata si dimostra fin dall’inizio impegnativa anche se il bosco e l’ombra aiutano a prendere confidenza con la fatica. Si oltrepassano anche due brevi gallerie che ricordano l’ingegno dell’uomo nell’arte della costruzione. Mentre si pedala, la valle si mostra in tutta la sua bellezza e per questo che al tornante Belvedere una sosta è doverosa. I laghi di Caldonazzo e Levico, con i loro caratteristici borghi, appaiono come un mosaico dai colori tenui.
In sintesi, la salita del Menador è una sfida imperdibile per i ciclisti che desiderano testare le proprie capacità su una salita di grande impatto. Questa rappresenta uno dei tesori della Valsugana e uno dei punti di riferimento per gli appassionati di ciclismo di tutto il mondo.

DETTAGLI DELLA SALITA
Partenza: Caldonazzo
Distanza (andata e ritorno): 25,2 chilometri
Dislivello: 1332 metri
Importante: è una salita non particolarmente lunga, ma va affrontata con cautela.




VETRIOLO
Questo percorso parte da Levico Terme e si snoda fino alla cima del Vetriolo. Presenta una pendenza media del 7,5%, ma in alcuni tratti raggiunge anche il 15%, rendendola una sfida impegnativa per tutti i ciclisti.
La strada è stata più volte terreno di sfida per i campioni che si sono misurati nel Giro d’Italia. Su questa salita l’americano Andrew Hampsten, prima ciclista extraeuropeo a vincere la competizione italiana, nel 1988, consolidò la maglia rosa imponendosi nella cronometro individuale. Ma come non ricordare anche la vittoria del mai dimenticato Pantani nel 1999.

Storie sportive testimoni della severità di una salita che non concede respiro. Va affrontata con una certa preparazione, perché solo i primi chilometri si presentano relativamente facili. Già con il primo tornante la strada inizia a salire. A chi sale, la Valsugana appare attorniata da montagne che si ergono improvvise, cariche della storia del conflitto della Prima Guerra Mondiale. La roccia che affianca la salita è piena di minerali che hanno scritto una storia millenaria nell’attività estrattiva della zona. A Vetriolo la fatica, con soddisfazione, finisce e si ferma la bicicletta e da qui si può osservare il panorama di un cielo colorato dalle vele degli aquiloni e dei parapendii che partono proprio affianco all’arrivo.

DETTAGLI DELLA SALITA
Partenza: Levico Terme
Distanza: 26,1 chilometri
Dislivello: 1161 metri
Importante: è una salita davvero faticosa ma appagante per la soddisfazione e indubbiamente, per il paesaggio.



La Valsugana è una delle mete più ambite dai ciclisti, sia per la bellezza dei suoi itinerari ma anche per la difficoltà a cui si va incontro. Il nostro territorio è però ricco di percorsi adatti ad ogni livello di preparazione. Numerose sono anche le strade adatte alla mountain bike e agli altri sport su due ruote.

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