Chiesa di San Biagio
Vero e proprio gioiello architettonico, la Chiesa di San Biagio, situata sull’omonimo colle nei pressi di Levico Terme, si trova in un’area di notevole interesse archeologico.
La chiesa, che sorge ad una quota di 570 metri, è dedicata a S. Biagio probabilmente vescovo di Sebaste in Armenia, il cui martirio risalirebbe al 316. E’ ormai certo, che nei pressi dell’attuale chiesetta, sorgesse un castelliere della seconda metà dell’età del ferro come risulta dal rinvenimento di numerosi reperti e ceramiche del tipo Sanzeno. Nel XVI secolo era chiamato “castellaro” ed era feudo vescovile trentino. Recenti scavi hanno portato a delimitare il sito occupato dal castelliere, rinvenendo ulteriori reperti dell’epoca romana nonché ossa umane. Accanto alla chiesetta del XIII secolo, a pochi metri dall’atrio, si vedono le rovine di un romitorio, dove ancora nel Settecento abitava un eremita, custode della chiesetta e “monaco” della parrocchiale di Levico.
La chiesa è composta di un’unica navata preceduta da un ampio portico (protiro) e conclusa da un’abside poligonale, coperta da volte a vela. La navatella, affrescata (XII secolo) su entrambe le pareti e con copertura a capriate lignee, risale all’epoca più antica, mentre il pronao, sotto al quale restauri recenti stanno portando alla luce interessantissimi affreschi non ancora identificati, e l’abside furono aggiunti nel successivo ampliamento (1506). L’aula, la parte più antica, è divisa dall’abside da un arco a tutto sesto.
Il vescovo Neideck fece ampliare la chiesetta, costruendo l’abside attuale con le finestre a tutto sesto. Nell’estradosso dell’arco dell’abside, tra i medaglioni con le figure di Abramo e Davide a sinistra, e Mosè e Isaia a destra, è dipinto lo stemma Neideck. Gli affreschi della Chiesa di San Biagio, disposti lungo le pareti e nell’interno del vano absidale, sono il risultato di interventi diversi succedutisi tra il XIV e il XVI secolo. In tempi recenti degli affreschi di San Biagio si occupava Nicolò Rasmo (1971-’79-’82). Lo studioso riconosceva nei “Quattro Santi” l’intervento più antico, assegnandolo ad ignoto pittore veneto di notevole livello, operante al principio del 1300. Si tratta di un esempio di pittura pregiottesca in relazione con l’ambiente veronese. Gli affreschi dell’abside eseguite poco dopo il 1506 in occasione degli ampliamenti della Chiesa, in omaggio al Principe Vescovo Giorgio di Neideck (1505 – 1514), le cui insegne, tre conchiglie trasversali su fondo bianco, compaiono sull’arco santo (Cetto 1952), sono attribuiti dal Morassi (1926) a un pittore friulano affine alla scuola di Domenico da Tolmezzo.
Informazioni aperture 2024
La chiesetta è aperta tutti i martedì dalle 15.30 alle 18.30 | dal 11 giugno fino al 16 settembre 2024
Aperture straordinarie in notturna il 12,19, 26, luglio e il 02, 09 e 23 agosto 2024 dalle 20 alle 22.30.
Per ulteriori visite contattare il numero 340 6267017