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Montesei

Comune: Pergine Valsugana

La conca di Pergine e l’Alta Valsugana hanno rivelato, grazie a scoperte casuali, numerosi reperti di interesse archeologico fra cui i quattro schinieri bronzei (X secolo a.C.) a Masetti di Pergine, la spada di Vigalzano (XI secolo a. C.), le tombe longobarde di Civezzano oggi esposte presso il Museo Provinciale d’Arte di Trento e il Tiroler Landesmuseum di Innsbruck.

Ciò testimonia che quest’ampia zona dovette essere interessata fin dall’antichità da stanziamenti umani, che qui godevano di buone condizioni ambientali e venivano a trovarsi allo sbocco delle piste preistoriche provenienti dal Veneto e dirette alla Valle dell’Adige. Nella zona settentrionale della conca di Pergine, sulla destra del torrente Fersina, si alza il complesso collinoso dei Montesei di Serso.

E’ costituito da due dossi, i Montesei bassi, che hanno il loro culmine a quota 660 metri in una spianata elissoidale ed i Montesei alti, che salgono sino a 614 metri con un susseguirsi di piccoli salti rocciosi. I due dossi sono collegati a quota 585 metri da un’ampia selletta quasi pianeggiate, rivolta verso Pergine.

Vi si accede agevolmente sul lato nord, dalla piccola valle che li separa dai dirupi del Casteler; verso est sono invece chiusi dal Rio Negro che va a confluire nel torrente Fersina, il quale a suo volta scorre alla base dei Montesei stessi, mentre il pendio occidentale toccato dall’antica mulattiera dei “passi d’ors”, che sale verso Montagnaga di Pinè, pur essendo aperto, è molto ripido. La zona fu abitata da popolazioni retiche che vi rimasero per più di tre secoli, lasciando vistose tracce della loro presenza. L’area archeologica conserva i ruderi di quattro case, databili tra il 450 e il 100 a.C. di pianta quadrangolare con corridoio d’accesso e struttura seminterrata.

Tra i resti delle case, disposte a scacchiera, sono stati trovati diversi oggetti, di varia foggia e di vario uso: suppellettili in ferro, ornamenti in bronzo e numerosissimi frammenti di vasellame. Di notevole importanza  sono stati i ritrovamenti di ossi di cervo con iscrizioni in alfabeto retico. La scrittura, limitata solamente alla sfera religiosa, è attestata su oggetti votivi, mentre su suppellettili di uso comune sono state rilevate, in alcuni casi, sigle alfabetiformi. Gli abitanti dei Montesei dovettero fuggire più volte dalle loro case a causa di furiosi incendi, come testimoniano i ritrovamenti di travi carbonizzate e suppellettili in stato avanzato di fusione. I Montesei, per la loro favorevole posizione, furono abitati anche prima dei Reti a partire almeno dal XIX secolo avanti Cristo.

Le varie campagne di scavo che si sono succedute a partire dal 1962 hanno portato alla luce numerosissimi reperti preistorici e protostorici, la maggior parte dei quali è ora esposta al Museo Tridentino di Scienze Naturali.

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